IL BORGO DELLA CAMPAGNA TOSCANA, FAMOSO PER IL DELIZIOSO TARTUFO BIANCO

San Miniato è arroccato su un colle, a brevissima distanza dall’Arno e a metà strada tra Firenze e Pisa che per secoli lo hanno conteso. Le origini del centro, famoso per il prelibato tartufo bianco tipico del suo territorio, risalgono all’epoca etrusco-romana. Nel castello, nel corso dei secoli, soggiornarono numerosi personaggi di rilievo come Federico Barbarossa e Papa Gregorio V. 

Nel Medioevo, il borgo, conosciuto come San Miniato al Tedesco, vive un periodo di forte popolarità. Ottone I di Sassonia, nel 962, ne farà uno dei centri dell’amministrazione imperiale. Federico II di Svevia nel 1218 ne farà un polo di raccolta dei tributi per l’Italia centrale.

San Miniato è anche una delle tappe segnate da Sigerico nel suo viaggio di ritorno a Canterbury, divenendo così una delle storiche stazioni della Via Francigena.

Molte le cose da vedere, fare e gustare a san Miniato!

Rocca di Federico II

La torre faceva parte del sistema difensivo di San Miniato

Simbolo di San Miniato è la Rocca di Federico II, una torre costruita intorno al 1220 per ordine di Federico II di Svevia. La torre è celebre anche per essere stata la prigione di Pier delle Vigne. Il fedele segretario di Federigo citato da Dante nella Divina Commedia, fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e fedelmente ricostruita nel 1956. 

Inoltre vista la sua posizione strategica, la rocca consente di godere di un magnifico panorama sulla cittadina e sulla campagna circostante. Con un po’ di fortuna, se il meteo lo consente, con il cannocchiale si possono intravedere FirenzeVolterra e Pistoia.

Museo del Conservatorio di Santa Chiara a San Miniato

Il museo comprende alcune stanze dell’antico convento, la chiesa e la cappella.

La fondazione del monastero di Santa Chiara di San Miniato risale al 1226. Ad abitarlo per secoli furono le suore clarisse. Fu trasformato in tempo di soppressione di ordini religiosi, nel 1785, in un conservatorio per l’educazione di giovani ragazze. Oggi dell’antico convento si possono visitare alcune stanze (tra cui l’antico coro delle monache). Oltre alla chiesa esteriore e alla cappella dedicata a Santa Maria Maddalena.

La ricca raccolta osservabile si è formata nel corso dei secoli attraverso le doti delle suore che prendevano i voti, i doni fatti dalle famiglie delle clarisse e i lavori eseguiti dalle stesse monache.  

La chiesa è adornata da preziose decorazioni seicentesche opera della bottega del pittore Antonio Domenico Bamberini.

All’interno sono vari i dipinti di notevole fattezza:

  • La tavola di fine Cinquecento sull’altare maggiore
  • Una pittura rappresentante l’Immacolata Concezione realizzata da Iacopo Chimenti detto l’Empoli
  • Una tavola seicentesca della bottega di Simone Pignoni
  • Un dipinto di Pier Francesco Foschi con Cristo morto sorretto dagli angeli
  • Un reliquiario di San Cratone martire, donato a questa comunità di religiose da Papa Alessandro VII.

Ulteriori opere sono costituite da altri dipinti, urne, arredi liturgici e lavori di ricamo realizzati delle suore, come alcuni paliotti in seta. Oltre al bellissimo dipinto di Ludovico Cardi detto il Cigoli, interessanti sono gli arredi, come i due crocifissi medievali: il primo firmato da Deodato Orlandi e datato 1301, il secondo riferibile al senese Jacopo di Mino del Pellicciaio (1340 circa).

Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Miniato

Una collezione di oggetti e dipinti sacri rinvenuti nella cattedrale.

l Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Miniato è ospitato nei locali adiacenti alla Cattedrale, dove anticamente si trovavano le sagrestie e raccoglie  opere di scultura, pittura e arti minori provenienti da varie parrocchie della diocesi, con il fine di conservarle e valorizzarle.

I nuclei principali delel opere provengono dalla Cattedrale di San Miniato, dalla Chiesa e dal Convento di San Francesco, dalla Chiesa di San Jacopo e Lucia e dalla Chiesa di Santo Stefano. I dipinti seicenteschi provengono dal lascito (1910) del cardinale Alessandro Sanminiatelli alla canonica di Montecastelli.

Tra i dipinti si segnalano:

  • La Santa Caterina d’Alessandria attribuita a Jacopo di Cione (1370)
  • Due opere del fiorentino Neri di Bicci (1418-1492)
  • Due bellissime scene della Passione di Cristo di un ignoto maestro fiammingo della fine del Cinquecento
  • Il San Francesco morente attribuito a Giovanni Bilivert (1585-1644).

Tra le sculture spiccano le lastre dell’ambone della cattedrale firmate da Giroldo di Jacopo da Como (1274). E il busto in terracotta del Redentore, già riferito all’attività del Verrocchio ed ora attribuito al suo allievo Agnolo di Polo. Tra le opere di arte minore si segnala il gruppo di 31 bacini ceramici di manifattura nord-africana della fine del XII secolo. Rimossi dalla facciata della Cattedrale.

Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio

Il duomo di San Miniato fu colpito da un bombardamento nel 1944

La Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio, duomo di San Miniato, è sorta nel XII secolo, forse sui resti di una cappella più antica. Inizialmente intitolata a Santa Maria, viene citata per la prima volta nel 1195 in una bolla di Papa Celestino III. Quando nel 1248 fu distrutto il borgo di fondazione longobarda che si estendeva ai piedi di San Miniato, Santa Maria acquisì il fonte battesimale e il titolo di San Genesio. Allora l’edificio fu ristrutturano, la facciata venne decorata con bacini ceramici – come nella migliore architettura pisana.

Nel Quattrocento la chiesa fu ampliata e fu costruita la possente torre campanaria, nota come la Torre di Matilde. Per la leggenda secondo cui Matilde di Canossa sarebbe nata nell’attiguo palazzo del Vicari.
La facciata è a salienti, e presenta un paramento murario in mattoncini all’interno del quale sono inseriti 26 bacini ceramici decorati, notevoli per eleganza e originalità. Nella parte inferiore si aprono i tre portali cinquecenteschi in arenaria.

L’interno ha uno sviluppo architettonico neorinascimentale, frutto dei lavori ottocenteschi di Pietro Bernardini, con decorazioni in stile barocco. Le tre navate sono separate da due serie di archi a tutto sesto che poggiano su colonne ioniche in finti marmi policromi e sono coperte con soffitto a cassettoni intagliato e dorato, del XVII secolo.

Il 22 luglio 1944 un proiettile d’artiglieria statunitense penetrò nella chiesa attraverso il semirosone del braccio meridionale del transetto, ed esplose nella navata destra causando la morte di 55 persone. Il duomo era pieno di cittadini che erano stati radunati sul sagrato dai tedeschi.
All’episodio è ispirato uno dei film più celebri dei fratelli Taviani, “La notte di San Lorenzo”.

Museo della Scrittura

A San Miniato il centro didattico pensato soprattutto per i bambini

l Museo Didattico sulla Civiltà della Scrittura di San Miniato ricostruisce con originali e facsimile alcune tappe della storia della scrittura attraverso l’evoluzione dei supporti su cui la scrittura è stata depositata e conservata.
Il museo documenta inoltre i materiali con cui i supporti sono stati incisi, graffiati, scritti. In una nuova sezione dedicata alla storia dei numeri, il visitatore può apprendere la storia delle antiche numerazioni, le varie forme di calcolo e poi metterle in pratica con la partecipazione a giochi logico-matematici e storici.

Il museo è pensato principalmente per gli studenti della scuola primaria e secondaria inferiore, che partecipando ai laboratori didattici possono utilizzare gli oggetti e gli strumenti esposti e, attraverso il gioco, trasformarsi per un giorno in scriba, amanuensi e scalpellini.

Ad un percorso didattico sulla storia dei supporti, dei segni, delle scritture e degli alfabeti, si affiancano laboratori specifici che approfondiscono la scrittura egizia, quella etrusca, lo scriptorium medievale, la stampa con il torchio e le pitture rupestri.

Oratorio del Loretino a San Miniato

Costruito alla fine del XIII secolo, presenta le pareti e le volte completamente affrescati

L’oratorio del Loretino di San Miniato prende il nome da una statua lignea rappresentante la Madonna di Loreto collocata in questa chiesa. In particolare, la scultura si trova nella nicchia centrale dell’altare in legno sulla parete di fondo dell’oratorio.

In origine, questo spazio religioso aveva funzione di cappella privata per i governanti. Venne infatti costruita all’interno del palazzo comunale nel XIII secolo. Nel 1399, poi, acquisì importanza anche per l’intera comunità, in quanto vi fu collocato qui un crocifisso ritenuto miracoloso e molto venerato nella tradizione popolare, poi rimasto in questa sede fino a Settecento inoltrato. A mano a mano, l’oratorio fu abbellito: si realizzò una cancellata di stile gotico intorno al vano presbiteriale; poi, nel XV secolo, vennero decorate anche le pareti.

La cappella venne infatti affrescata con scene dell’infanzia di Cristo e della Passione, mentre sulle vele delle volte vennero raffigurati la Sibilla Eritrea, il Re David e i quattro Evangelisti. Tra le tante migliorie, anche la realizzazione di un altare ligneo, nella prima metà del Cinquecento: intagliato dai maestri fiorentini Luca e Bastiano, è costituito da varie nicchie, dove sono inserite tavole pittoriche dipinte da Francesco Lanfranchi. In particolare, spiccano i due Santi patroni della città, San Genesio e San Miniato. Anche la predella è dipinta, ma in questo caso ci sono scene della Passione, che sono una continuazione di quelle sulla parete.

Collezione dell’Arciconfraternita della Misericordia di San Miniato

Opere d’arte sacra, preziosi reliquiari e antiche ambulanze all’interno di un palazzo storico

La collezione dell’Arciconfraternita della Misericordia di San Miniato è un tesoro nato da numerose donazioni avvenute nel corso di secoli. Attualmente è ospitata nella sede dell’organizzazione, nello storico palazzo Roffia, edificio della seconda metà del Cinquecento con una facciata in stile tardo rinascimentale.

Gli oggetti che nel tempo sono stati raccolti sono sia opere d’arte sacra – di epoca medievale, rinascimentale e barocca – che elementi che documentano la storia di questa istituzione e la sua opera di soccorso e di assistenza. Molti sono i paramenti sacri e gli arredi legati all’attività dei confratelli.

All’interno di questa mostra permanente si fa notare senza dubbio il gruppo ligneo duecentesco della Deposizione, opera collocata in origine nella cappella del monastero della Santissima Trinità. Lo affiancano un dipinto dell’Incoronazione della Vergineuna tela del Seicento con i Santi Giorgio, Giovanni Evangelista, Cecilia e Giuseppe; una Madonna con bambino del XVI secolo, probabilmente di Francesco Lanfranchi.

La collezione si compone anche di alcuni reliquiari, come quello contenente la stola di San Carlo Borromeo, e di storica attrezzatura per l’attività dell’Arciconfraternita. Una testimonianza di quest’ultima è l’antica ambulanza dell’Ottocento, che un tempo, trainata da cavalli, era da ausilio per il trasporto degli infermi.

Raccolta dell’Accademia degli Euteleti di San Miniato

Fra le opere esposte, la maschera funeraria di Napoleone Bonaparte

Accademia degli Euteleti è un’istituzione che fa parte del Sistema Museale di San Miniato. Fondata nella prima metà del XVII secolo, l’Accademia riuniva gli intellettuali della città sotto lo stemma di un cavallo che corre vittorioso alla meta. Suo scopo principale fin dalla nascita fu la diffusione e lo sviluppo non solo del patrimonio letterario, ma soprattutto del sapere scientifico e degli studi legati allo sviluppo dell’agricoltura.

Attualmente l’Accademia degli Euteleti dispone di un museo ed espone importanti documenti archivistici, stampe antiche e prestigiose opere di grafica contemporanee di Pietro Parigi (1892-1985) e del pittore samminiatese Dilvo Lotti. Inoltre per il suo valore storico e documentario è di straordinario interesse la Maschera Funeraria di Napoleone Bonaparte, la cui famiglia aveva origini proprio di San Miniato.

Nei dintorni

Ai piedi della Rocca di San Miniato, si può visitare un vero e proprio distretto di artigiani. È il caso delle città della ceramica come Montopoli e Calcinaia, dei cesti intrecciati a Buti e del Comprensorio del Cuoio: la zona di Santa Croce e dintorni che emerge per la lavorazione dei pellami.

Se invece desiderate prendervi una pausa dalla campagna, potete sempre dirigervi sulla costa e rilassarvi presso le località balneari delle Terre di Pisa. A Marina di Vecchiano, vicino al Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, potete camminare sulla spiaggia sabbiosa che va dalla foce del Serchio fino a Torre del Lago Puccini. 

I più sportivi possono invece optare per Tirrenia: in questo tratto di mare si praticano vela e pesca subacquea; a poca distanza, infine, si trovano impianti di beach-volley, tennis, golf, calcio e circuiti di equitazione.

Eventi

Una buona occasione in cui decidere di visitare San Miniato può essere certamente la Mostra Mercato Nazionale del tartufo bianco delle Colline Sanminiatesi, che si svolge ogni anno il secondo, terzo e quarto fine settimana di novembre.

Ogni prima domenica del mese, nel centro storico di San Miniato, si tiene il mercatino dell’Antiquariato e delle Arti e dei mestieri

D’estate, invece, nella frazione di Ponte a Egola, si disputa il Palio del Cuoio, una manifestazione che culmina con la caratteristica Corsa dei Caratelli. Botti di legno di circa 80 kg che un tempo venivano utilizzate dalle concerie per la conservazione del tannino.

Piatti e prodotti tipici

Nel periodo autunnale, il protagonista indiscusso della tavola sanminiatese è il tartufo bianco che, a differenza di altri tartufi, viene apprezzato non solo a crudo, ma anche su piatti caldi, come tagliatelle, scaloppine, uova o risotti.

ha molti ottimi vini e ai profumatissimi oli extravergine di oliva, vengono realizzati in loco anche numerosi tipi di salumi come il mallegato. Il mallegato è un prodotto che trae origini nel Medioevo, da sempre consumato dalle famiglie contadine di San Miniato. 

Infine si raccomanda di assaggiare la spuma di gota di maiale, una sorta di patè morbido dal colore rosato, unico nel suo genere, che viene spalmato sui crostini come antipasto.

Latest posts by Valentina Gnani (see all)
Un pensiero su “San Miniato (PI)”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

GDPR Cookie Consent with Real Cookie Banner