Il Parco Naturale che non ti aspetti



Il Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli (PI) si trova in Toscana. 23000 ettari di spettacolo naturale tra la terraferma e il mare, scenari che cambiano nello spazio di pochi chilometri. Cavalli selvatici e daini in libertà, pinete centenarie che arrivano quasi fino al mare, boschi di latifoglie lungo canali interrati e aree umide. E ancora, chilometri di litorale incontaminato bordato di dune, mentre le acque basse di un lago danno rifugio ad Aironi e Folaghe.
Il parco Naturale di Migliarino, San Rossore Massaciuccoli e la natura che non ti aspetti, circondata da citta popolose come Pisa, Livorno e Lucca.
Un’enciclopedia di ecosistemi diversi riuniti dal 1979 sotto un unico ente di tutela. Gestite da diverse comunità che hanno raccolto la sfida di preservare ciò che le attività umane mettono costantemente a rischio
La Tenuta di San Rossore
La tenuta di San Rossore è il cuore dell’intero parco naturale riserva di caccia fin dall’epoca medicea. Tra i numerosi i sentieri che si possono percorrere troviamo:
Viale del Gombo (nella foto a sx), un tunnel di alberi ad alto fusto talmente belli che sembrano dipinti; Vione della Maddalena che porta alle zone umide e paludose; Vione di San Bartolomeo, ideale per gli appassionati di birdwatching e l’osservazione di tracce animali.
Chi si non si accontenta del percorso tra i boschi può sperimentare la “via dell’acqua” e visitare l’intero territorio a bordo di una canoa o di una piccola barca.
E’ possibile risalire i fiumi e i vari canali arrivando sino ai laghi e le zone paludose magari scegliendo, tra i tanti proposti, l’itinerario che consente di vedere San Rossore dal mare ed entrare in Arno, per raggiungere Pisa.
E non è finita qui. L’esplorazione è solo agli inizi perché all’interno di questo fiabesco parco naturale si trovano anche numerose spiagge che si affacciano sul Tirreno dove ci sono ben 30 chilometri di lidi in evoluzione naturale protette da dune e ombreggiate da alti alberi.
Alcuni di questi sono: Lecciona, Bufalina, Bocca di Serchi, Lame di Fuori, Calambrone
A San Rossore si trovano anche testimonianze storiche d’architetture antiche, come fattorie e tenute Medicee. Si trovano attraversando lunghi sentieri naturali a piedi o in bicicletta, anche insieme ad una guida esperta.
Insomma, un luogo che, con i suoi tremila ettari di territorio, è davvero interessante da scoprire con: escursioni libere o guidate, a piedi, in bici, a bordo di un calesse, con il trenino ecologico o salendo sul battello per un’esperienza magica e da fiaba.
Particolarità di San Rossore
Tante le particolarità da scoprire in questo parco naturale, a partire dai cavalli di razza TPR e Monterufolini che qui vengono allevati e riprodotti soltanto allo stato brado, in pacifica convivenza con tre dromedari non un certo una specie autoctona, ma protagonista di un pezzo di storia.
I pochi esemplari introdotti dai granduchi medici a metà 600 divennero poi un allevamento famoso in tutta Europa per la sua unicità e oggi sono un simbolo di come il parco e la tenuta di San Rossore siano il risultato visibile della storia e della lunga interazione tra l’uomo e l’ambiente.
Sono opera dell’uomo, ad esempio, le vaste pinete che coprono un quarto dell’area dell’attuale tenuta, introdotto da Cosimo terzo, il Pino comune forniva legname e preziosi pinoli.
La coltivazione del pino, incrementata anche dai Lorena, ha cambiato radicalmente la connotazione del paesaggio. Dall’alto le chiome dei pini compatte e uniforme raccontano quanta cura e abilità sono state profuse nei secoli per preservare questo mare verde che si allunga dall’interno verso la costa
Una radura nella fitta sequenza delle pinete apre un’altra porta del tempo. Siamo negli anni 50 e Giovanni Gronchi fa costruire una villa all’interno del Parco divenuto tenuta presidenziale.
Gli architetti Romani Amedeo Luccicanti e Vincenzo Monaco progettano un edificio moderno, dove sorgeva un casino di caccia ottocentesco, distrutto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Perfettamente integrata nel paesaggio, la villa resta oggi un esempio del movimento moderno in architettura. La Villa è circondata da un parco di oltre 3500 piante che la connette al litorale distante poche centinaia di metri
Spiagge Canali e Paludi del Parco
Il Parco di San Rossore rivela il suo volto più selvaggio lungo i 30 km di spiagge tra Viareggio e Calambrone. Dune costiere plasmate dal vento e dalle correnti, abitato da vegetazione spontanea ormai rara e accuratamente tutelato.
Qui la natura parla un linguaggio senza compromessi. I resti scheletrici di alcuni pini marittimi sono lì a dimostrare i danni provocati dai tensioattivi presenti nell’area sol marittimo (minuscole goccioline d’acqua che il vento porta verso terra).
Sulla costa sfociano i due più importanti fiumi della Toscana, l’Arno e il Serchio. Nell’incontro tra mare e terra le dune diventano zone umide e depresse, attraversate da canali (le lame), una delle più grandi aree umide dell’Italia centrale.
Il progressivo interramento di antichi canali scavati per drenare le acque dei campi ha dato origine ad una delle parti più affascinanti del parco. Un bosco igrofilo dove frassini, ontani allungano i rami su piccoli corsi d’acqua che d’inverno arrivano a ricoprire tutto il terreno trasformando il bosco in palude. E’ un reperto archeologico dell’antica area paludosa di San Rossore
Un nuovo canale di drenaggio scavato ai primi del 900, attraversa oggi il parco di San Rossore segnandone il confine costiero meridionale.
Lago di Massaciuccoli
Più a nord, oltre la foce del Serchio, la convivenza tra uomo e ambiente ha segnato la storia di un altro pezzo di territorio, il lago di Massaciuccoli. 2000 ettari di un paesaggio complesso e variegato che ancora oggi sorprende per bellezza e biodiversità.
Insediamenti agricoli e piccoli paesi punteggiano le sponde ma sul lato meridionale un’area lacustre e palustre di 60 ettari, gestita dalla Lega per la protezione degli uccelli, ci riporta alle sue origini.
Si accede all’oasi dal porticciolo del paese di Massaciuccoli e si entra subito in una zona palustre. La piccola imbarcazione con motore elettrico si fa largo tra piccoli canali che si snodano tra i canneti
Le bonifiche degli anni 30 hanno prosciugato i 2/3 della palude. Distruggendo gran parte di questo ambiente dove l’uomo e la natura hanno convissuto da millenni.
Fino dalla metà dell’Ottocento il lago era una riserva privata di caccia appartenuta ai conti Minutoli prima e poi Ginori. Qui fecero costruire una meravigliosa villa circondata da essenze esotiche; Giacomo Puccini, che aveva a casa a Torre del Lago, ne era appassionato frequentatore.
La tela alle folaghe, con centinaia di barche disposte sul lago, era un appuntamento tradizionale di caccia che attirava centinaia di visitatori.
Un’economia circolare, per così dire distintiva, spingeva gli abitanti a sfruttare le risorse del lago preservandole. Le bilance tipiche del paesaggio del lago raccontano la pesca, attività un tempo tradizionale come quella della raccolta dei falaschi e delle erbe palustri.
Un ambiente incantato. Disturbato nei primi anni del 900 dall’impianto di una torbiera, oggi dismessa, e dalle immissioni di residui agricoli, che hanno quasi soffocato l’ecosistema del lago. Minacciando la sopravvivenza di tante specie.
Oasi Lipu del Lago di Massaciuccoli
Oasi Lipu del Lago di Massaciuccoli è un’area protetta di 47 ettari creata per tutelare le specie rare che vivono in questo ambiente lacustre: un vero paradiso per gli amanti della natura, che possono passeggiare sui camminamenti di legno a palafitta, costruiti proprio sul pelo dell’acqua, che conducono a casottini perfettamente mimetizzati con l’ambiente, dove ascoltare i rumori del lago e osservare gli uccelli.
Questo angolo incontaminato infatti è l’ideale per gli amanti del bird-watching.
Tarbusini, anatre tuffatrici, svassi, cormorani, folaghe e aironi sono solo alcuni degli animali che si possono avvistare all’Oasi Lipu. Senza dimenticare i rapaci come il falco di palude.
Tutti volatili trovano riparo tra la ricca vegetazione, tra le ninfee e le canne, talmente fitte da formare veri e propri isolotti.
Una natura da vivere, grazie alle visite che si possono effettuare presso il Museo sull’Ecologia della Palude e alle gite sui battelli attraverso i canneti e le paludi, oppure a bordo di canoe, kayak e barche a remi, organizzate dall’Oasi, che mette anche a disposizione dei visitatori un Laboratorio Didattico e campi estivi per bambini ma anche adulti.
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