Bentornati Amici della Frutta Bio con “Noi e la Natura”. Oggi parleremo di un frutto poco conosciuto ed apprezzato in Italia, ma molto particolare ed estremamente buono al palato e al nostro corpo: il Nashi. E’ anche chiamato pero giapponese o pero selvatico asiatico e i suoi frutti possono essere chiamati pera-mela o pera asiatica. Il Nashi è nativo della Cina che ne è tuttora il primo produttore, ma il termine nashi è giapponese e significa pera. Mio papà ha piantato le prime piantine alla fine degli anni ’80, quindi nella nostra famiglia è un frutto del tutto comune, al pari di una semplice mela.

Caratteristiche. Il nashi ha una forma tondeggiante e una polpa succosa e croccante simile alla mela, mentre la buccia ricorda la pera. E’ un frutto dolce e dissetante. Noi siamo abituati a conservarlo in frigorifero (lo raccogliamo solo nel periodo estivo) perché risulta ancora più dissetante e buono.
Coltivazione. Il nashi in Italia non è una novità, ma come vi dicevo è poco conosciuto. E’ una pianta adattabile e con poche pretese, infatti è coltivabile nella maggior parte del territorio italiano. E’ resistente al freddo, mentre soffre la siccità prolungata quindi dobbiamo innaffiarlo periodicamente, senza esagerare.
Fruttificazione. I primi frutti compaiono già dal primo anno di età della pianta, ma dev’esserci un’ottimale condizione di impollinazione, grazie alla vicinanza di piante dal polline compatibile nelle vicinanze. Importante! Diradiamo i frutti, così avremmo molte più nuove gemme.
Nemici. Fra i parassiti, il Nashi è molto sensibile alla carpocapsa che è un lepidottero tra i più dannosi per le pomacee. La carpocapsa è una piccolissima farfalla grigiastra, le femmine adulte vivono circa un mese e durante la loro vita depongono fino a 80 uova, appena la temperatura supera i 15°C. In un anno si possono sviluppare addirittura tre generazioni. Le uova deposte sulle foglie o sul frutto, danno vita ad una larva che entra nel frutto per posizionarsi dove si trovano i semi. Dopo essersi sviluppate, escono in cerca di un rifugio per creare il bozzolo e completare la trasformazione in farfalla.
Come potete osservare dalla foto, anche i nostri frutti sono stati “attaccati”, ma dalla mosca della frutta e questo accade quasi ogni anno, comunque togliere un pezzettino danneggiato non è questo gran problema, ma siamo sicuri di mangiare un frutto completamente naturale!

Curiosità:
- il nashi aiuta a reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione,
- è un frutto ricco di fibre che aiuta il naturale funzionamento dell’intestino,
- aiuta a mantenere il benessere della bocca e non intacca i denti con zuccheri o acidi,
- una particolare ricerca australiana spiega che consumare 220ml di succo di nashi prima di bere bevande alcoliche, aiuterebbe a ridurre i postumi della sbornia,
- in Cina è uso comune regalare i frutti di Nashi come fossero cioccolatini, ma devono essere perfetti, senza il minimo difetto,
- in Cina il nashi è coltivato da oltre 2000 anni ed è chiamato “Li”,
- solo negli anni ’80 è iniziata la coltivazione in Europa, soprattutto in Francia e in Italia. La commercializzazione di questo frutto però non ha avuto il successo del kiwi, ad oggi lo si può considerare una curiosità, al pari di alcuni frutti esotici.
- la frutta giapponese in generale ha dei prezzi folli (non qui in Italia) e il motivo principale è la mancanza di spazio, perché le piantagioni di riso occupano la maggior parte delle zone rurali. In campagna tutte le operazioni vengono eseguite dall’uomo e c’è una cura maniacale per ogni singola pianta, i frutti devono essere perfetti. La frutta non viene venduta al chilo, ma a frutto. E quando si è invitati a cena i giapponesi si presentano con un cestino di frutta ben composto.
- in Giappone la stagione del nashi è l’autunno e l’inverno,
- in Giappone il nashi costa all’incirca 100 yen a frutto , i nostri 0,70 €.
In conclusione abbiamo la fortuna di avere un frutto dalle mille proprietà, ma che stranamente non ha avuto il successo e la fama giustamente meritati. Spero che con la lettura del mio articolo, abbiate voglia di coltivarlo e così dopo solo 12 mesi e successivi anni, ne assaggerete il gusto particolare. Se invece qualcuno già possiede la pianta, com’è andato il raccolto di nashi quest’anno? Ecco una parte del nostro raccolto https://pin.it/tT9edVH
Avete domande da porci? Noi siamo “naturalmente” contenti di rispondervi.
Un saluto da “Noi e la Natura”.

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