Andrea Vantadori - Consulente felino

È una domanda questa che mi viene posta di frequente. Ad una domanda così categorica, tuttavia non può essere fornita una risposta univoca.
Sì? No? Dipende.
È sempre necessario valutare con attenzione molti fattori, tra i quali certamente le caratteristiche caratteriali del gatto ed il contesto in cui vive

Il gatto è un animale che negli anni si è andato affermando come animale domestico e da compagnia entrando nelle nostre case quale compagno di vita. Dai dati del 2021 risulta che i gatti sono circa 7,9 milioni, contro gli 8,2 milioni di cani. Il numero di gatti che vive solo all’interno delle quattro mura domestiche è in continua crescita.

Chi sostiene con convinzione che il gatto sia più felice dentro casa avanza diverse motivazioni quali la possibilità di controllare meglio il suo stato di salute, evitare che vada incontro ad incidenti o malattie o che possa sparire e non fare più ritorno. Chi ritiene invece che il gatto debba essere libero, che sia di città o di campagna, sostiene la tesi che l’unico modo per permettere a questo animale di essere felice e di manifestare la propria natura, sia quello di non obbligarlo ad una vita da recluso.
La soluzione migliore sarebbe quella di permettere al gatto di poter scegliere. Ogni gatto saprebbe bene come comportarsi al riguardo, per il proprio benessere.

Il cuore della questione sta proprio nel fatto che sarebbe sempre opportuno conoscere a fondo la natura di questo animale e quindi fare delle scelte volte a soddisfare prioritariamente quelli che sono i bisogni etologici della specie ed ovviamente anche quelli intrinseci di ogni singolo individuo.

Per capirne meglio la portata basti pensare che il gatto è un animale fortemente legato al suo territorio. Il territorio è per il gatto quello spazio vitale nel quale trova tutte le risorse primarie di chi necessita per sopravvivere. Il territorio determina le dinamiche che si sviluppano all’interno di un gruppo sociale di gatti e, nello stesso tempo, condiziona le scelte sociali del singolo individuo.

Esso è suddiviso in aree tematiche. Il suo nucleo centrale è la tana. Una zona protetta e riservata, nella quale il gatto si sente al sicuro. È la zona dove mangia, dove dorme e riposa, dove le femmine partoriscono e svezzano i loro cuccioli. Attorno abbiamo l’home range. Una zona nella quale avvengono tutte le attività quotidiane e nella quale troviamo le seguenti aree: zona di caccia con disponibilità di prede, zona latrina, zona di interazione sociale, se si tratta di una colonia, in cui giocare e coltivare le relazioni affiliative tra gatti. All’esterno abbiamo le zone di passaggio. Sono dei sentieri battuti ogni giorno, più volte al giorno, e sui quali il gatto lascia delle marcature visive e chimico olfattive di proprietà e sociali. Nello stesso tempo il gatto intercetta le marcature lasciate da altri gatti.

Questo vale tanto all’esterno quanto all’interno di casa, ovviamente in misura più ridotta.

I gatti sono territoriali ma anche stanziali. Quando scelgono di vivere all’interno di un territorio, che può essere un monolocale oppure un’intera casa e il suo giardino così come l’intero isolato in cui viviamo, lì vi risiedono stabilmente e attraverso le zone di passaggio lo pattugliano tutti i giorni e più volte al giorno.

Il gatto è un animale che ama perlustrare ed esplorare ma non si lancia in spedizioni improvvisate in territori sconosciuti. La conquista del suo territorio avviene per gradi, con un passo alla volta, senza lasciare nulla al caso. Il gatto ha costruito una vera e propria mappa del suo territorio. Una mappa fatta di odori, segnali chimici e tracce visive che non solo lo rassicurano ma gli permettono di far sapere agli altri gatti di passaggio, e potenziali competitori, che quel territorio è già vissuto. Senza questi punti di riferimento, che gli permettono di orientarsi e di sentirsi a suo agio, entrerebbe in un forte stato di ansia.

Il gatto non fa differenza tra minaccia reale o percepita. Pertanto, la relazione con il suo territorio è una questione di vita o di morte. Se non hanno familiarità e non si sentono a proprio agio nell’ambiente, non possono cacciare con successo. Se non riescono a cacciare con successo, muoiono. Inoltre, in natura, se si trovano in un territorio sconosciuto, potrebbero essere attaccati da altri gatti o predatori. Per questo ha bisogno di sentirsi al sicuro e protetto in uno spazio che ritiene famigliare e conosciuto. Un gatto che si sente sicuro percepisce il territorio come uno spazio in cui può muoversi liberamente e impegnarsi nelle sue attività quotidiane, soddisfacendo ai suoi bisogni, senza timore di alcuna minaccia per il suo benessere.

Solamente quando percepisce il suo territorio come familiare e prevedibile sarà libero di scegliere dove (e in alcuni casi con chi) impegnarsi nella sua routine quotidiana. La familiarità, la prevedibilità e la scelta consentono al gatto di provare un senso di controllo sul suo ambiente, che coincide con questo senso di
sicurezza.

Per tornare alla domanda di cui siamo partiti, la risposta ideale sarebbe quella di consentire al gatto di vivere sia in casa sia fuori casa, mettendolo nelle condizioni di poter scegliere. All’interno, nel cuore del suo territorio, la tana, troverebbe cibo, riparo e protezione, luoghi sicuri in cui sostare, riposare e dormire. In questa tana troviamo spazio anche noi umani, che, a conti fatti, siamo per il nostro gatto una vera e propria risorsa dispensatrice di relazione, accoglienza, amore. All’esterno, la cosiddetta home range, tutto quello spazio nel quale concedersi quelle fughe solitarie che gli permetteranno di soddisfare la sua natura.

Ovviamente se il nostro gatto è molto anziano oppure soffre di qualsivoglia disabilità, sarà opportuno valutare con attenzione, anche grazie al parere del medico veterinario, la possibilità di consentire all’animale di vivere anche l’esterno. In questo caso più che mai sarà necessario che lo spazio a disposizione si messo in sicurezza così da poter tenere sempre sotto controllo il gatto evitando che vada incontro ad inutili rischi dai quali difficilmente potrebbe sottrarsi.

Se invece decidiamo che il nostro gatto, per svariate motivazioni, non possa uscire di casa, sarà nostro compito creare un contesto il più possibile adatto e stimolante per questa specie. L’impegno che dovremo metterci per soddisfare i suoi bisogni sarà considerevole in termini di tempo e di risorse da dedicargli. Sarà nostro dovere permettere al gatto di vivere appieno la propria natura e di sentirsi appagato e soddisfatto nei suoi bisogni etologici di specie.

Seguimi sulla mia pagina Instagram

VANTADORI_CONSULENTE_FELINO

Per informazioni sui servizi offerti e sulle diverse modalità di consulenza, consulta il mio sito web.

https://www.feliscatus.it


Andrea Vantadori
Latest posts by Andrea Vantadori (see all)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

GDPR Cookie Consent with Real Cookie Banner