Bentornati amici dell’ambiente con “Noi e la Natura”, oggi voglio parlare di un cereale antico che può aiutarci ad affrontare le sfide del nostro presente: il Farro.

Il farro è il progenitore di tutti i cereali perché è stato il primo ad essere coltivato dall’uomo che proprio grazie al farro è diventato agricoltore. Nel corso dei millenni è stato sostituito dal frumento, dal grano duro e tenero.
Il farro ora è stato riscoperto in virtù delle sue grandi potenzialità nutrizionali perché è molto digeribile ed è collegato con l’ambiente e la sostenibilità.
Il suo pregio più grande consiste nell’essere un cereale molto rustico che riesce ad adattarsi alle aree agricole più marginali e meno fertili, ha una bassa richiesta nutrizionale e non teme le erbacce. Quindi è la pianta perfetta per la coltivazione con il metodo biologico.
30 anni fa è nata Prometeo Urbino che ha scelto di dedicarsi esclusivamente al farro, nascono così: farina, pasta e biscotti. Questo farro viene coltivato nelle Marche, in Abruzzo, Umbria e Lazio, ma anche Puglia, Sicilia, Piemonte e Toscana. Prometeo riunisce circa 220 agricoltori e lavora molto con i piccoli coltivatori che hanno a disposizione pochi ettari sui quali tengono conto dell’alternanza delle rotazioni.

Cosa vuol dire che il Farro è un cereale vestito?
Durante la trebbiatura, le glumelle che proteggono la cariosside non restando aderenti al chicco, non si staccano al momento della raccolta, cosa che invece avviene nel grano. Quindi occorre una prima operazione di sgusciatura, perché viene rimosso il guscio delle glume e delle glumelle che sono le foglie che nella spiga racchiudono il chicco.
In passato l’operazione della sgusciatura, veniva effettuata a mano ed era molto faticosa, tanto da preferire il grano che non richiedeva questo passaggio.
Come avviene la trasformazione in farina
Prometeo in azienda effettua una macinatura con mulino a pietra, una tecnica molitoria che permette di non surriscaldare il prodotto durante la macinazione, al fine di mantenere le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del farro.

La farina si trasforma
Tutti i prodotti trasformati: pasta e biscotti, sono affidati a laboratori esterni con i quali Prometeo collabora da diversi anni. Questi artigiani sono ben selezionati, mettono al primo posto la qualità, dando al prodotto finito un valore aggiunto.
Il ruolo del farro nel cambiamento climatico
Bisogna rispettare di più le risorse ambientali che abbiamo e non forzare i cicli ambientali, quindi è inutile fare coltivazioni che richiedono molta acqua, quando l’acqua scarseggia o manca. C’è bisogno di fare ricerche a livello scientifico e agronomico, per trovare risorse che meglio si adattino al cambiamento climatico.
Il farro in questo momento ha un vantaggio estremamente importante: la minor richiesta idrica, nutrizionale e ambientale essendo tollerante alle malattie e agli stress ambientali.

I pregi del farro
Ha un ridotto contenuto in glutine e quindi è particolarmente digeribile, energetico e ricco di sostanze antiossidanti. Ha un buon contenuto proteico, è privo di colesterolo e favorisce il buon funzionamento dell’intestino grazie all’alto contenuto di fibre. Contiene vitamine A, C e del gruppo B, sali minerali come fosforo, magnesio, potassio e ferro.
Curiosità sul farro
- Il nome farina deriva proprio da farro. E infatti il cereale era molto popolare nell’Antica Roma, per fare il pane ma anche come base di una sorta di polenta.
- Dante Alighieri, nel tredicesimo canto dell’Inferno della Divina Commedia, paragona la trasformazione dell’anima alla germinazione del farro. E questa è un ulteriore prova della nobiltà di questo cereale.
- Il farro si distingue in: farro piccolo (monococco), farro medio (dicocco) o farro grande (spelta).
E voi cosa ne pensate del farro? Avete una ricetta segreta a base di questo strepitoso cereale e amico dell’ambiente? Fatemi sapere.
Un saluto da “Noi e la Natura”

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