Bentornati estimatori della natura con “Noi e la Natura”. Oggi parleremo di uno dei più importanti animali sulla nostra terra, un piccolo insetto ma con un potenziale enorme: l’ape.
L’ape è un indicatore biologico della qualità dell’ambiente e oggi rappresenta una delle emergenze ecologiche in corso. Le api non producono solo miele, ma giocano un ruolo essenziale negli ecosistemi. Consideriamo comunque che ad oggi il maggior produttore di miele è l’Argentina che ha ridotto la sua produzione del 27%.

L’importanza delle api per la vita. Da sempre questi piccoli insetti portano benefici inestimabili alle piante, all’ambiente in generale e alle persone. Le api che sono infaticabili lavoratrici, trasportano da un fiore all’altro il polline, consentendo così la crescita di frutta e verdura e garantendoci così la possibilità di alimentarci in modo vario e sano.
Consideriamo che le api sono responsabili del 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali e garantiscono il 35% della produzione globale di cibo.
Gli scienziati dicono che tra 100 anni le api potrebbero scomparire e le conseguenze sulla biodiversità e sull’alimentazione, sarebbero incalcolabili.
Le cause. Le api devono affrontare diversi nemici: i pesticidi chimici, le monoculture, la perdita di biodiversità e la crisi climatica che sta modificando il ciclo naturale degli ecosistemi, rendendole più vulnerabili e meno produttive.

“Sindrome del parabrezza pulito”. Siamo ufficialmente entrati nella prima estinzione di massa dopo i dinosauri. Da bambini ricordiamo tutti che andando a fare una scampagnata fuori porta, la quantità degli insetti spiaccicati sul parabrezza, era tale da dover pulire il parabrezza al primo rifornimento di benzina. E ora da quanto tempo non accade più?
I bombi, ossi i calabroni e le api solitarie sono molto più brave delle api da miele nel lavoro di impollinazione, danno maggiore produzione e meno frutti deformi. Volano dall’alba al tramonto, anche con basse temperature e con il brutto tempo, mentre invece le api da miele non escono nemmeno dall’alveare se fuori non è una bella giornata!

Noi possiamo fare molto, partendo da ciò che acquistiamo ogni giorno. Fare una spesa attenta, scegliendo i prodotti che rispettano gli insetti impollinatori, piantare sul terrazzo e nel giardino molti fiori, evitare di tagliare l’erba quando ci sono delle fioriture e dare alle api degli spazi di nidificazione (le api solitarie non sono pericolose!)
In molti dei sistemi agricoli nel mondo, il controllo biologico costituisce un mezzo poco utilizzato ma economicamente efficace e a basso impatto ambientale per risolvere i parassiti nelle colture e in grado di preservare la biodiversità sia all’interno che al di fuori delle aziende agricole.
La Giornata Mondiale delle Api è il 20 Maggio, è stata istituita dall’ONU in questo giorno perché coincide con la data di nascita di Anton Jansa che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne in Slovenia. Questa giornata aiuta a ricordare l’importanza degli insetti impollinatori , oggi fortemente a rischio.

L’inquinamento nell’aria. Le api che vivono nelle zone più inquinate, mostrano evidenti segni di sofferenza: pigrizia, stress e sono a rischio di malattie. Questo porta ad uno spopolamento degli alveari.
Gli studi rivelano che i fumi di scarico delle auto interferiscono con i profumi che “guidano” le api verso i fiori di cui si nutrono.
I primi campanelli d’allarme iniziarono a suonare negli anni ’70, a causa di una sostanza chiamata DDT, nociva per l’uomo, per l’ambiente e per gli insetti. Il DDT è stato vietato nel 1972 negli Stati Uniti e nel 1978 in Italia. Questa sostanza è stata sostituita dal Imidacloprid, con bassissime dosi, tanto che se questo prodotto dovesse essere consumato dall’uomo con gli alimenti, sarebbe ritenuto innocuo. Purtroppo non è così per le api, questa sostanza è stata identificata come la prima causa della moria delle api. Solo 1 grammo di imidacloprid, riesce a causare danni alle api quanto 7 kg di DDT.

L’Unione Europea ha introdotto degli obblighi circa l’uso di queste sostanze. Questi insetticidi non si possono più utilizzare sulle colture in fioritura, ma come disinfestanti sulle piante sfiorite. E ogni prodotto insetticida dovrà superare nuovi trials, così da prevenire catastrofi ambientali.
Curiosità. A fine settembre il Mulino Bianco ha presentato il nuovo logo, una grafica più moderna con l’aggiunta di un’ape, simbolo dell’impegno per la biodiversità sancito dalla Carta del Mulino. Dal 2019 il progetto Carta del Mulino, in collaborazione con WWF Italia, racchiude dieci regole per la coltivazione sostenibile del grano tenero a cui gli agricoltori sono chiamati ad attenersi. Ogni anno il 3% dei campi utilizzati, viene destinato ai fiori da impollinazione, in modo da salvaguardare la biodiversità. Vere e proprie oasi d’interesse ecologico.

In conclusione un calo nella produzione del miele, benché ne risenta l’economia , non è l’aspetto più pericoloso. E’ invece preoccupante tutto ciò che andremo a perdere, se non preserviamo gli insetti e nello specifico le api. Un pianeta senza api, è un qualcosa che si fatica addirittura ad immaginare, per tutte le negative conseguenze.
Voi cosa ne pensate?
Un saluto da “Noi e la Natura”.

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