Bentornati con “Noi e la Natura”. Oggi conosceremo più da vicino il frutto di una pianta che tutti abbiamo in casa e soprattutto 365 giorni all’anno, ma di cui conosciamo molto poco. Scopriremo come viene coltivato l’albero della Noce moscata.

Introduzione
La noce moscata è un albero che cresce fino a 10-20 metri d’altezza e per maturare impiega circa 10 anni, dopodiché produce 1500-2000 noci all’anno per quasi 70 anni. Le foglie sono ovali, appuntite e di colore verde scuro, fiorisce tutto l’anno e i fiori si presentano a forma di campanula, carnosi, riuniti quelli femminili, mentre sono singoli quelli maschili.
I frutti hanno la dimensione di piccole pesche, dal colore verde e diventano gialli nella loro maturazione. Quando sono maturi si aprono a metà e al loro interno contengono una noce di colore rosso acceso.
Clima e Terreno
Il terreno più adatto è ricco di humus, profondo e ben drenato. Predilige i luoghi soleggiati e ha bisogno di una temperatura minima di 10°, ama un clima molto umido. La concimazione può avvenire con il letame, ma sospesa nei mesi più freddi. E per quanto riguarda l’acqua, bisogna evitare un apporto eccessivo d’acqua.

La semina
La coltivazione della noce moscata è assolutamente tropicale. La pianta può riprodursi per seme, ma di solito è riprodotta per talea che è preferita perché in questo modo, sono più controllati gli esemplari maschili da quelli femminili.
Raccolta e conservazione
L’albero è originario delle isole Molucche e Nuova Guinea e viene coltivato anche nelle zone tropicali dell’America meridionale, India e Indonesia.
La noce di colore rosso possiede al suo interno un unico seme marrone e lucente: la noce moscata. In Indonesia si fanno tre raccolti l’anno. Dopo la raccolta le noci moscate vengono trasferite per l’essicazione.
Durante l’essicazione la noce si restringe, separandosi dal guscio duro che la contiene. Quindi il guscio viene rotto e la noce estratta. E’ sempre preferibile acquistare le noci intere e non macinate, per una maggior conservazione del gusto.

La coltivazione in Italia
In Italia si può coltivare la noce moscata in vaso ed è reperibile nei vivai specializzati in piante tropicali. La coltivazione in vaso le permetterà sempre di essere riparata in una serra calda. Il substrato deve essere molto fertile, leggermente umido ma molto drenato. Durante l’estate è consigliato vaporizzare la pianta più volte al giorno.
Le annaffiature dovranno essere abbondanti e regolari e la posizione migliore è quella soleggiata.
Malattie e parassiti
La noce moscata è una pianta poco soggetta ad attacchi di parassiti, però bisogna sempre evitare i ristagni idrici per non incorrere nel marciume della radice.
Come si usa in cucina
Va grattugiata all’occorrenza dato che perde velocemente l’aroma. E’ ottima con i cibi salati (besciamella, polpette, polpettoni, il ripieno dei tortellini…) , ma anche in alcuni dolci e profuma bevande calde speziate (vin brùlé).
Curiosità
- la noce moscata contiene un olio essenziale che facilita la digestione, è ricca di vitamine del gruppo B, di magnesio, sodio e ferro.
- considerata una noce dal vero toccasana per molte malattie, il monopolio del commercio divenne motivo di scontro nel XVI secolo fra le potenze occidentali.
- a causa dei suoi effetti allucinogeni, nel Novecento venne definito “stupefacente dei poveri”.
- consumata in dosi elevate, superiori ai 5 grammi, la noce moscata provoca alterazioni di coscienza e allucinazioni e dà dipendenza.
- alcune sostanze contenute nella noce moscata, come elemicina e miristicina, hanno un effetto stimolante sul cervello e sarebbero in grado di proteggerlo dall’Alzheimer.
- la noce moscata contiene eugenolo, una sostanza impiegata in ambito dentistico per alleviare il mal di denti.
- favorisce il rilassamento e il buon sonno, se aggiunta alle tisane della buonanotte, in piccolissime quantità.
- è impiegata in collutori e dentifrici per via delle sue proprietà antibatteriche e antiodoranti.
Un frutto tanto piccolo e tanto importante che ha viaggiato molto ed è stato molto voluto, ma soprattutto un frutto che da sempre abita le nostre cucine.
Un saluto da “Noi e la Natura”

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