Bentornati amici lettori con “Noi e la Natura. Oggi impariamo qualcosa di più, su una pianta dall’aroma delicato, dal sapore lievemente dolciastro e da un gradevole sentore di anice non invadente: il finocchio.

Il clima e la coltivazione

Il finocchio ha bisogno di un clima mite e il periodo ideale per coltivarlo è quello primaverile ed estivo, quindi il mese consigliato per la semina è quello che va dal mese di marzo al mese di luglio.

Dopodiché i finocchi che vedete nelle foto, li abbiamo raccolti a dicembre, quindi ovviamente  tutto dipende poi, anche dalla stagione se è più o meno rigida nei mesi invernali.

Prima di seminare il finocchio, ricordiamoci di lavorare il terreno e concimarlo. Se trapiantiamo invece delle piantine, ricordiamoci di sistemarle ad una distanza di 30/40cm l’una dall’altra. 

La crescita

A differenza di altri vegetali la coltivazione del finocchio non richiede particolari cure. La pianta di finocchio inizia a fiorire dopo qualche settimana e produce i suoi semi. 

I frutti delle piante del finocchio sono quelli che noi erroneamente chiamiamo semi.

Acqua

Per evitare i ristagni d’acqua, ricordiamoci di lasciare che il terreno diventi quasi asciutto, così tra un’innaffiatura e l’altra, potremmo irrigare abbondantemente.  Una carenza d’acqua eccessiva porta uno stress che provoca la fioritura anticipata della pianta di finocchio, rovinando il raccolto. 

Può essere un ottimo metodo anche utilizzare un impianto a goccia temporizzato, che ci consenta di programmare un apporto d’acqua graduale e localizzato.

La raccolta

Si esegue quando i finocchi hanno raggiunto le dimensioni ottimali della varietà; in ogni caso il grumolo deve essere ben formato e compatto. Se i grumoli vengono raccolti prima, il prodotto risulterà più fibroso e meno pregevole.

La raccolta si esegue tagliando a filo la grossa radice. I grumoli dopo accurato lavaggio, sono pronti per il consumo. 

Curiosità

  • anche se non esistono piante maschio o femmina, vengono distinti i maschi da una forma più arrotondata e vengono in prevalenza consumati a crudo, mentre le femmine si presentano con una forma più allungata  ed appiattita e vengono consumate cotte;
  • il termine “infinocchiare” deriva dall’usanza nel passato di servire finocchio fresco o i suoi semi, insieme al vino di bassa qualità, perché la sua nota aromatica ha la capacità di modificare un po’ la percezione del gusto;
  • contiene l’anetolo, una sostanza capace di lenire i dolori addominali e che gli conferisce il caratteristico sapore di anice; 
  • i finocchi sono commestibili in ogni parte: foglie, steli, radici e semi;
  • grazie al suo buon contenuto di calcio questo ortaggio può aiutare a mantenere le ossa forti ed in salute. Inoltre contiene il magnesio, il fosforo e la vitamina k;
  • il finocchio pestato e triturato, veniva utilizzato per la preparazione di un dentifricio naturale e veniva unito in parti uguali all’argilla verde;
  • la parola finocchio viene usata in termine dispregiativo da Dante in un suo documento risalente al IV secolo, con il significato di traditore;
  • l’Italia è uno dei maggiori produttori di finocchi, in particolar modo viene coltivato in Puglia, Campania, Toscana ed Emilia Romagna;
  • le varietà più diffuse sono: il gigante di Napoli, il dolce di Firenze, il grosso di Sicilia, il finocchio di Parma, il romanesco ed il mantovano;
  • il finocchio viene consigliato nella dieta per le donne che allattano. Si dice che faciliti la produzione di latte. In realtà invece, il finocchio contribuisce soprattutto a rendere più gradevole il sapore;
  • il suo utilizzo ha origini molto antiche tanto che se ne ha testimonianza nelle pergamene risalenti all’antico Egitto. Anche romani e greci veneravano questo ortaggio grazie alle sue proprietà aromatiche e terapeutiche. I greci lo chiamavano “marathon” e siccome questa pianta crebbe in un campo dove si combatté una delle più grandi battaglie antiche, la battaglia prese il nome di battaglia di Maratona.

Il finocchio è veramente un ortaggio dalle mille sfaccettature e con una storia molto antica. In cucina poi si abbina veramente a tutto, è quindi un contorno perfetto per ogni tipo di piatto crudo o cotto. Voi di solito come lo consumate? 

Un saluto da “Noi e la Natura”

Fabiana
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