Bentornati Lettori di Free and Green Magazine, con “Noi e la Natura”, oggi tratteremo un argomento molto importante, parleremo di “Seminare il futuro” attraverso il grano.

I semi
I semi sono i piccoli custodi della vita dall’enorme potenziale. Da questi chicchi può partire il processo dell’intero sistema agroalimentare.
Ad oggi, il 60% dei semi di piante per scopo alimentare provengono da sole quattro aziende, ma si tratta di semi utilizzati per l’agricoltura convenzionale, quindi l’agricoltura che contribuisce all’11% delle emissioni di gas terra.
E negli ultimi 100 anni sono scomparse dai campi tre specie coltivate su quattro, il nostro patrimonio di biodiversità continua a svanire giorno dopo giorno.
La Fondazione Seminare il Futuro, è nata appunto per finanziare progetti di ricerca che puntano alla selezione di semi specifici per l’agricoltura biologica e biodinamica, anche attraverso antiche varietà locali, per contrastare il cambiamento climatico e contribuire alla protezione del territorio.

Un nuovo Inizio
Inizio, si chiama così la prima varietà di grano duro selezionata per il biologico attraverso l’incrocio di diverse varietà di frumento delle aree del Mediterraneo.
Tutto questo è nato dalla collaborazione della Fondazione con il Centro di ricerca agro-ambientale Enrico Avanzi dell’Università di Pisa insieme al CREA di Foggia, a Peter Kunz (esperto svizzero di selezioni per il biologico) e alla Cooperativa Gino Girolomoni.
Sono stati realizzati incroci impiegando varietà moderne e antiche, grazie anche al contributo di NaturaSì che ha finanziato il progetto, destinato ad evolversi e a produrre nuove varietà di grano duro.
Il biologico ha bisogno di piante con radici ramificate e profonde, in grado di andare a cercare il nutrimento che non viene fornito in forma immediata dai fertilizzanti chimici di sintesi.

Il biologico ha inoltre bisogno di varietà di piante che crescano in altezza, per “combattere” lo sviluppo di erbe infestanti, dato che il biologico non utilizza diserbanti chimici.
Purtroppo i grani antichi non possono bastare per assicurare qualità e rese all’altezza di un’agricoltura che è direzionata al futuro.
Inizio, è un risultato importante, perché vuole dare un contributo alla selezione di varietà per un’agricoltura che tuteli l’umanità e l’ambiente.
Ad oggi i risultati in semola e poi in pasta del grano Inizio sono stati ottimi: colore brillante, buona tenacità e profumo intenso di grano.
Per gli agricoltori biologici poter contribuire alla ricerca vuol dire, dare risposte concrete in termini di qualità e produttività.
Tutto questo per tornare ad evolverci, noi e i semi, in sintonia con l’ambiente, come è stato per millenni

Informazioni sul grano duro
Fra i 1500 e i 2000 anni fa, il grano è diventato una coltivazione importante. Dalle varietà locali di grano duro, anche attraverso l’opera dell’uomo sono nate nuove varietà coltivate.
Il grano contiene questi nutrimenti: 12% d’acqua, 72% di carboidrati, 12% di proteine, 2% di grassi, 2% di sali minerali. Ha inoltre le vitamine del gruppo B e E.
In Italia il grano duro è coltivato nella parte centro-meridionale, mentre il grano tenero nel centro-settentrionale. I chicchi del grano duro sono più grandi e pesanti rispetto a quelli del grano tenero.
La macinazione del grano duro produce diversi sfarinati, indicati come semole e farine. La farina di grano duro ha normalmente una dimensione dei granuli inferiore rispetto alla semola e può essere utilizzata dalle imprese per la produzione di pane.
Infine ricordiamoci che il grano è il cereale più coltivato al mondo. Cresce su oltre il 17% dei terreni coltivati ed è l’alimento di base per il 35% della popolazione mondiale. Fornisce più calorie e proteine nella dieta mondiale di qualsiasi altra coltivazione.
In conclusione, ben vengano i progetti innovativi di questo tipo che salvaguardano il settore biologico e nutrono la nostra speranza di “toccare” un futuro che vuole bene all’ambiente.
Un saluto da “Noi e la Natura”

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