L’energia eolica.
In questo periodo si fa molto uso del termine “rinnovabili”, riferendosi alle forme di energia ricavate da risorse naturali e inesauribili, poiché capaci di auto-rigenerarsi in continuazione. Rappresentano le fonti su cui puntare per rendere finalmente il nostro sistema energetico libero da carbone, petrolio e gas, ovvero da tutti quei combustibili a cui viene imputata la causa degli ormai famosi cambiamenti climatici. In particolare, il vento è una risorsa naturale e rinnovabile che si può sfruttare tramite l’utilizzo di apposite tecnologie, le pale eoliche, in grado di convertire l’energia cinetica delle masse d’aria in energia meccanica e, successivamente, in energia elettrica, grazie all’impiego di aerogeneratori. Un insieme di turbine eoliche raggruppate in un unico luogo costituiscono il così detto parco eolico.
Come funziona una turbina eolica.
La turbina eolica rappresenta essenzialmente l’evoluzione degli antichi mulini a vento ed il meccanismo di funzionamento è molto semplice da comprendere. Le pale agiscono come una barriera che si oppone al vento; la potenza del vento fa sì che le pale ruotino generando energia cinetica (detta anche di movimento). Le pale sono collegate ad un rotore a sua volta collegato al cosiddetto “albero“; il rotore, racchiuso in un telaio (navicella), trasferisce l’energia meccanica (energia di rotazione) all’albero che la manda al generatore elettrico, posizionato sull’altra estremità dell’albero. La corrente viene trasferita ad un trasformatore che immagazzina tutta l’elettricità generata dalle numerose pale del parco eolico e la rende disponibile sulla rete. Sono presenti poi dei sistemi (detti di imbardata) che permettono di variare l’orientamento della navicella a seconda della direzione del vento. Il rotore entra in funzione solo quando il vento raggiunge una velocità superiore ai 10 Km/h, mentre oltre i 90 Km/h l’aerogeneratore si arresta per motivi di sicurezza.
Un po’ di storia.
Le prime turbine eoliche sono state costruite verso la fine del diciannovesimo secolo dal professor J. Blyth in Scozia (1887), dall’ingegnere C. F. Bush in Ohio (1887-1888) e dal fisico Poul la Cour in Danimarca (1890). L’industria moderna di produzione delle turbine eoliche, invece, ha avuto inizio nel 1979 in Danimarca e non si è più arrestata. All’inizio del ventunesimo secolo si è assistito all’espansione dell’interesse verso forme alternative di energie rinnovabili, in particolare verso la produzione di energia eolica; ciò per far fronte alla crescente preoccupazione riguardo tematiche concernenti il riscaldamento globale e l’eventuale esaurimento dei giacimenti di combustibili fossili.
Tipi di parchi eolici.
Esistono tre tipologie di parchi eolici: l’eolico on-shore (il più diffuso), quello near-shore e quello off-shore (in mare aperto o nei laghi, a diverse miglia di distanza dalle coste); queste ultime due tipologie sono meno diffuse e ubicate là dove la presenza dei parchi eolici non costituisce intralcio ad attività preesistenti e alle principali rotte di navigazione. Ma vediamoli nel dettaglio.
I parchi eolici on-shore.
Come anticipato, rappresentano la tipologia più diffusa. Le turbine vengono posizionate sulla terraferma, almeno a 3 km dalla costa, su zone pianeggianti aperte e ventose, monti e colline. Possono essere connesse sia alla rete pubblica, sia a una rete isolata che alimenta gli utilizzatori locali. La potenza prodotta arriva fino a 20 Megawatt. Rappresentano la fonte di energia rinnovabile più economica e pulita (a minori emissioni) sia rispetto all’off-shore sia rispetto ad altre fonti (come l’energia nucleare o quella solare). Sono impianti economici, che richiedono tempi brevi di installazione. Non sempre incontrano il favore dell’opinione pubblica, poiché si ritiene che producano inquinamento acustico e rovinino l’estetica paesaggistica, oltre a costituire un potenziale pericolo per i volatili.
I parchi eolici off-shore.
Sono impianti installati a largo delle coste, in siti marini a elevata profondità e in mare aperto. La posizione strategica permette di produrre energia elettrica sfruttando l’azione dei venti marini. Sono costituiti da turbine eoliche flottanti montate su piattaforme galleggianti. Tra i vantaggi sicuramente troviamo una maggiore efficienza di questa tecnologia rispetto all’on-shore precedentemente descritta. Lontano dalla costa, infatti, i venti sono caratterizzati da velocità più stabili ed elevate e non incontrano ostacoli fisici; ciò consente di produrre quantitativi energetici di gran lunga superiori. Per il momento, tuttavia, i costi di realizzazione e manutenzione risultano più onerosi e difficoltosi, perché le onde, le correnti marine e la forza dei venti oceanici possono comprometterne il funzionamento ottimale.
I parchi eolici near-shore.
Sono impianti posizionati a meno di 3 km dalla costa, nell’entroterra o sul mare.
Facendo un bilancio complessivo, l’off-shore si dimostra più vantaggioso. Le istituzioni nazionali ed europee si sono quindi poste l’obiettivo di incentivarne lo sviluppo, con l’intento di ottenere progressi in ambito tecnologico e ingegneristico tali da apportare migliorie tecniche a questi impianti.
Prospettive future dell’eolico.
Secondo il report realizzato da IRENA (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili), denominato “World Energy Transition Outlook 2022”, entro il 2030 l’eolico sarà una delle principali fonti di energia in grado di soddisfare circa il 24% del fabbisogno energetico globale. Al momento l’Italia risulta essere il quinto paese in Europa in termini di capacità eolica installata. Nel nostro Paese i parchi eolici più importanti si trovano soprattutto al Centro-Sud, in particolare nel basso Molise, in Basilicata, in Abruzzo e in Puglia, ma numerosi sono presenti anche in altre regioni. Di recente, nell’Aprile del 2022, è stato inaugurato un nuovo Parco in Emilia Romagna: il Parco eolico Casoni di Romagna, che andrò brevemente a descrivere.
Il parco eolico Casoni di Romagna.
Il parco eolico Casoni di Romagna è un impianto di produzione di energia da fonte eolica situato nell’omonima frazione del territorio comunale di Monterenzio e Castel del Rio, nell’area metropolitana di Bologna. Il Parco si estende lungo il crinale del monte per circa 4 km ed è il più grande dell’Italia settentrionale. Si compone di sedici aerogeneratori distanti tra di loro circa 200 m (per una potenzialità complessiva dell’impianto di circa 13,6 MW), dei quali 2 si trovano nel territorio di Castel del Rio, al confine con la Toscana, mentre i restanti 14 nel territorio di Monterenzio, in prossimità del piccolo agglomerato di Casoni di Romagna. Le turbine presentano un’altezza di 60 m ciascuna e un diametro del rotore di 53 m.
Ho avuto modo di visitare questo Parco nel Maggio 2022 e l’ho trovato estremamente suggestivo, sebbene fosse poco famoso: al momento non è compreso nella “Guida turistica dei Parchi Eolici Italiani”, redatta da Legambiente e presentata nel Giugno 2022 in occasione della Giornata Mondiale del Vento. Durante la visita ho avuto la fortuna di avere come guida di eccellenza l’ultramaratoneta Paolo Venturini. Con il racconto delle sue avventure estreme (con cui si è ampiamente meritato l’appellativo di ultra-runner) e la presentazione del parco eolico, mi ha fatto appassionare a questi luoghi.
Sponsor di questa interessantissima passeggiata in mezzo alla natura è stata un’Azienda di servizi che opera anche nel settore energetico. Fortemente focalizzata sulla promozione di tematiche relative alla sostenibilità ambientale, ha scelto di fare uso esclusivo di fonti di produzione di energia rinnovabile. A questo proposito, l’eolico senza dubbio riveste un ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica che il nostro paese ha posto in essere.
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https://freeandgreen.it/ambiente/scegli-lenergia-green-giulia-basteri/
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