Finalmente, dopo tanta ricerca e molte ore trascorse a diramare dubbi e perplessità, vincendo magari la diffidenza di qualche nostro famigliare, abbiamo trovato il gatto della nostra vita. Con tutta probabilità è il gatto ad aver scelto noi!
Se non abbiamo mai avuto gatti in giro per casa è necessario adottare qualche semplice, ma importante, accorgimento. Una buona convivenza inizia già dai preparativi. Non dobbiamo lasciare nulla al caso. Che Micio arrivi da un’associazione, dal gattile comunale oppure, se si tratta di un gatto di razza, da un allevamento, dobbiamo pianificare ogni singola fase dell’adozione.
Prima di tutto, prepariamo la casa in modo che Micio possa trovare tutte le risorse primarie di cui necessita. Cucce, lettini, grattatoi e palestre, ciotole e fontanelle, cassette igieniche, insomma tutto l’occorrente. Ricordate? Ne abbiamo già parlato nell’ultimo articolo. Fatto questo, individuiamo una stanza della nostra casa che possa essere accogliente ma non troppo grande e che possa ospitare il nuovo componente della nostra famiglia, almeno per i primi giorni, e nella quale possa trovare tutto ciò di cui ha bisogno.
Vi starete chiedendo, come mai devo segregare Micio in una stanza quando avrebbe a disposizione una bella e grande casa accogliente?
Infondo Micio è da solo, non dovrebbe nemmeno contendersi spazi e risorse con altri gatti. La risposta è semplice. Dobbiamo andare per gradi. Cerchiamo di affrontare la questione pensando come un gatto e cercando di osservare il mondo come lo farebbe lui.
Ipotizziamo che Micio sia un bellissimo trovatello. È stato recuperato da un’associazione che lo ha tratto in salvo magari da un contesto difficile che lo ha in un qualche modo provato. È stato accudito dai volontari che lo hanno tenuto al caldo e riparato in un meraviglioso stallo. Ha passato settimane a giocare e ad interagire con umani che per lui sono diventati punti di riferimento. Il suo mondo era quello stallo. Ad un certo punto viene infilato in un trasportino e portato nella nostra casa. Bella e accogliente ma si tratta, per Micio, di un territorio sconosciuto ed inesplorato. Ha perso tutti i suoi punti di riferimento. Specialmente quelli olfattivi.
Come vi sentireste se, all’improvviso, veniste presi e portati in una città sconosciuta, a vivere in una nuova casa, mai vista prima, a contatto con nuove persone, che per di più non parlano la vostra lingua?
Ecco immaginavo. Siamo presi dal panico o quantomeno da un minimo di sconforto e smarrimento. Per un gatto è tutto più complicato ed esasperato. Ci vuole tempo perché possa conoscere centimetro dopo centimetro il nuovo territorio. Passerà ore, e ve ne accorgerete, a fiutare ogni singolo spigolo, a strusciarsi con le guance contro ogni parte del vostro mobilio. Un territorio nuovo ed inesplorato, per un gatto, è una potenziale fonte di minacce. Ovviamente non è così, ma lui non lo può sapere. È nostro compito metterlo a suo agio e consentirgli di conoscere, un po’ alla volta, il suo nuovo mondo.
Se vogliamo partire con il piede giusto, potremmo pianificare qualche visita periodica a Micio presso lo stallo in cui è ospitato prima di portarlo a casa. Un’ ottima mossa è quella di portare qualche oggetto che abbia l’odore della casa in cui dovrà andare a vivere. Potremmo lasciare al nostro gatto anche qualche indumento, meglio se indossato da qualche giorno a stretto contatto con la pelle. Un nostro indumento e quello di chi vive insieme a noi. Questo preparerà micio al trasferimento rendendo i nostri odori un po’ meno estranei.

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